Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli
in quell’aria spessa, carica di sale, gonfia di odori,
lì ci troverai i ladri, gli assassini e il tipo strano,
quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.
Un ironico sogno americano quello dei Giardini Baltimora. Un piccolo paradossale verde circondato da tetri e orrendi e alti edifici grigi e marroni. Strutture che negli anni 70 andarono a sostituire casine e casini color pastello di “via Madre di Dio e dintorni” (nonchè la casa di Paganini) ricolme di vita e storia. Un luogo, neanche troppo ironicamente, ri-battezzato “Giardini di Plastica” dove è bene tenersi lontani oltre la chiusura degli uffici antistanti. Il prodotto degli anni 70/80, del grigio e del piombo da cui in realtà sono terribilmente affascinata. Gli errori tragici della storia: sognavano la ‘gloriosa economia americana’ gli urbanistici che pensarono a Baltimora nella costruzione di questo anfratto dove la luce filtra solo lievemente?
Genova è così, orrenda e magnifica. Stupenda in ogni suo angolo diverso da qualunque altro. E io la adoro senza ritegno.